“Sono anni che lavoro su di me, ma ancora non cambiano le cose. Dove sbaglio?”.
Te lo dico subito: non sbagli.
Semplicemente c’è un equivoco: lavorare su di sé non equivale solo a comprendere qualcosa.
La comprensione di una dinamica accade quando la mente razionale ha trovato una spiegazione plausibile.
Nella maggior parte dei casi, la mente si orienta verso la ricerca di una causa esterna.
I più gettonati sono i genitori, seguiti dai partner e dai familiari.
La prima questione è che le spiegazioni della mente sono spesso parziali, un po’ come se un pochino ‘ce la raccontassimo’ perché siamo coinvolti.
La seconda questione è che c’è una grande differenza fra comprendere e risolvere.
Quando hai capito che la causa è nella tua famiglia di origine, non hai risolto.
Quando hai capito che la tua ferita è quella del rifiuto, non è guarita.
Quando hai capito che stai rivivendo l’abbandono di un genitore con il tuo partner, non hai finito.
Se il lavorare su di sé si ferma al piano mentale della comprensione, la dinamica continuerà comunque ad influenzare la vita.
E, allora, quando posso dire che una dinamica è risolta?
Quando non influenza più. Quando non ha effetti e conseguenze.
Quando non richiede più azioni con sforzo.
Un efficace lavoro su di sé prevede risoluzione, non comprensione.
Nonostante gli auto-sabotaggi di una mente che vuole rimanere nella sua zona di comfort, si può fare.
Marco Fincato